Monthly Archives : March 2015

PHOTO OPEN WEB4

La fotografia italiana sulla via di Marco Polo, in attesa di ExpoPhoto 2015.

Il progetto ExpoPhoto 2015 rappresenta totalmente i valori di Eblu Comunicazione: la convinzione che la cultura italiana debba e possa essere il traino per la nostra economia e il grande trampolino di lancio per le nostre imprese nel mondo. La cultura fotografica, in questo caso, è il ponte tra due paesi così lontani e così diversi, ma che possono grazie al linguaggio universale dell’immagine e delle emozioni, arricchirsi nella condivisione e nel confronto.

ExpoPhoto 2015 è un evento legato all’Expo 2015 nell’ambito del quale la fotografia e la cultura del nostro paese sono lo spunto per attivare momenti di scambio e contatto tra imprese e imprenditori italiani e il mercato cinese. La cultura è il passepartout per aprire le porte di nuovi mercati a piccole e medie imprese italiane di eccellenza.

Tra le varie iniziative che Eblu ha organizzato in questo contesto, dopo la visita del dott. Jianbo Chen (Counselor of Lishui Municipal People’s Government) e del dott.  Peiquan Wang (Director of Culture Industry Office) a Orvieto Fotografia all’inizio di Marzo, grande successo ha riscosso il viaggio di una delegazione di fotografi italiani che ha trascorso alcuni giorni nella zona di Hangzou e dove hanno potuto esprimere la propria arte e il proprio  talento in questa terra magica.

I reportage saranno esposti:

  • dal 20 al 26 aprile 2015 presso il Palazzo delle Stelline a Milano nella mostra “Io amo Hangzou
  • dal 3 al 6 Maggio, nell’ambito di Expo2015, all’interno del padiglione 2F&3F Wanke Theme nell’ambito della mostra “Hangzou Day
  • a dicembre 2015 e gennaio 2016 a Hangzhou, in Cina, nell’ambito degli eventi clou di ExpoPhoto 2015.

In questo video un piccolo reportage dell’evento (è sottotitolato, niente paura) e, di seguito, alcuni scatti e la testimonianza dei fotografi della delegazione.

Le testimonianze dei partecipanti

Vito Gallo

Desidero esprimere tutta la mia gratitudine alla Eblu Comunicazione di Claudio Brufola, per avermi consentito di scoprire, visitare e vivere “la città del paradiso: senza dubbio la più bella e nobile del mondo”, come la descrisse Marco Polo.
Non ho alcuna esitazione nell’affermare che la mia permanenza ad Hangzhou, seppur breve, è stata una tappa fondamentale nella mia vita di uomo prima e di fotografo poi.
Mi onora profondamente l’idea di essere stato scelto in un team di fotografi dalla indubbia competenza e di spiccato livello culturale.
Avere il privilegio dello sguardo per raccontare un mondo molto lontano che si è svelato grazie all’intermediazione del progetto.
Per queste ragioni e senza alcuna retorica, sento che molto difficilmente potrò dimenticare ogni minimo dettaglio, gli odori, i sapori, i sorrisi ma anche i timori provati prima di affrontare questa magnifica esperienza.

Cordialmente, Vito Gallo – Corato 26/03/2015

Rosellina Garbo

Il potere è della comunicazione…è il caso di dirlo! Un’immagine evocativa, passa sulla bacheca laterale di Facebook. E’ contrassegnata da un logo che conosco e che richiama la mia attenzione . Eblu comunicazione ormai è diventata nella mia testa sinonimo di ricerca di bellezza e di spessore. E’ tutt’uno, provo un’improvvisa curiosità, un irrefrenabile desiderio di scivolare in quel richiamo, appartenere a quel progetto… avere il privilegio di quel racconto. Questa è in sintesi la storia di un incontro fortuito, casuale, con un post apparso una notte all’improvviso sulla barra laterale di Facebook. Poche parole e il potere di un’immagine che mi sono arrivate dentro con una forza indescrivibile. Il resto è accaduto solo grazie alla stima e alla considerazione che Claudio ha riposto in me. La sua fiducia mi ha permesso di vivere una straordinaria esperienza, un mondo che forse non avrei mai avvicinato mi si è svelato con tutta la sua forza e verità e mi è entrato nel cuore, per sempre.

Grazie al lavoro capillare, a monte di questo scambio Italia/Cina, l’accoglienza ricevuta è stata di straordinario calore e generosità. Non è facile raccontare. Qualsiasi tentativo risulta inefficace e non rende l’idea di quanto abbiamo ricevuto e lasciato di noi in quei luoghi, tra la gente che ci ha supportati, accolti, amati. Non ci sarà mai un ringraziamento adeguato, per un’esperienza che ha segnato indelebilmente il nostro cammino in un mondo di rara bellezza. Aveva ragione Marco Polo “La citta del Paradiso e la più bella e lussuriosa citta del mondo” e aveva ragione Claudio “Sulla via di Marco Polo, Hangzhou nel cuore” aggiungo, per sempre!!! Mai comunicazione avrebbe potuto avere potere evocativo più rispondente alla verità… Grazie Claudio per questa avventura ma anche per aver saputo scegliere una squadra con cui è stato bellissimo condividerla.

Rosellina Garbo, Palermo 26/03/2015

Leonardo Salvemini

Pensare che una persona possa fidarsi ciecamente di un’altra, confrontata unicamente dalle parole di un amico comune, è da ingenui. Immaginare che la stessa persona ti scelga per inserirti in un gruppo di cinque professionisti italiani per uno shooting fotografico in Cina, è davvero improponibile.
Eppure è esattamente quello che è successo a me con Claudio Brufola e la sua agenzia Eblu. L’ho incontrato personalmente a Roma al nostro rientro dalla Cina. Non ringrazierò mai abbastanza lui e la sua Agenzia: grazie a lui le mie foto cinesi, insieme a quelle dei miei colleghi e compagni di avventura, saranno esposte nel padiglione Cina all’EXPO 2015 a Milano. Grazie Claudio per la grande opportunità.

Leonardo Salvemini, Andria 26 marzo 2015

Antonello Nusca

Mai avrei potuto immaginare che questo viaggio in Cina mi avrebbe lasciato un così grande ricordo. Grazie a Claudio Brufola per l’opportunità che mi ha dato. E’ stata una esperienza positiva sotto tutti i punti di vista: ospitalità meravigliosa, organizzazione perfetta e posti stupendi. Mi sarebbe piaciuto stare altri giorni e sicuramente cercherò di tornare in Cina alla prima occasione possibile.

Antonello Nusca, 26 Marzo 2015

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C’era una volta un libro

Quando si parla di comunicazione, quando si parla di fotografia, quando si parla di territorio, non si può non pensare all’editoria.

I libri sono stati per secoli, di fatto, gli unici depositari del sapere e della cultura, gli unici veicoli di memoria per storie, racconti, fantasie, informazioni.

Ora che di mezzi per raccontare ce ne sono moltissimi, multimediali e quasi universalmente accessibili, il libro può assumere un diverso significato, pur conservando un posto d’onore nelle nostre case e nei nostri cuori.

L’esperienza delle due pubblicazioni che Claudio Bru ha realizzato con Andrea Zanfi e la Salvietti e Barabuffi Editori, sono due esperienze di viaggio, prima di tutto. Di interpretazione del viaggio come racconto di emozioni, terre e prodotti tramite le parole e le immagini.

E questa strada stiamo sviluppando in Eblu: i nostri progetti in corso riproporranno questo modello di racconto, rivisto in chiave collaborativa, sociale, di condivisione.

Insomma, d’ora in avanti vi porteremo in viaggio con noi. Stay tuned. 😉

 

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Se il tuo vino è buono perchè non dovrebbe essere speciale

Fresca di visita al Vinitaly di Verona (che mi ha entusiasmato), completamente assorbita da nuovi progetti di comunicazione per aziende del settore, ho pensato di mettere nero su bianco una sintesi di quello che secondo la filosofia Eblu dovrebbe essere la concezione del marketing del vino.
“Il vino” ovvero tutto il settore enogastronomico è una delle ricchezze culturali ed economiche del nostro paese che, oltre ad alimentare una ricca filiera, contribuisce a completare quell’immagine del “bel paese” che l’Italia dovrebbe essere: cultura, storia, buon vino, buon cibo, belle donne e voglia di vivere. Forse la realtà dei fatti non è proprio così idilliaca, ma le tante aziende che alimentano questo segmento si trovano davanti alla meravigliosa opportunità di farsi promotrici di valori davvero unici per il nostro paese.
Come si fa il marketing del vino?
Stiamo parlando di un mercato solido, maturo e pieno di tradizione. Negli ultimi anni il livello qualitativo medio si è alzato tantissimo e, così come nella maggior parte dei settori, la qualità non rappresenta più un elemento di distinzione.
Mi confermano gli addetti ai lavori che è molto difficile ormai trovare vini “cattivi”. Mediamente le produzioni hanno un buon livello di base e la “battaglia” si gioca sul filo dell’eccellenza e delle tendenze del gusto.
Ciò significa che la qualità deve essere considerata solo il punto di partenza e non di arrivo. Il mio vino deve essere buono, ma essere buono non basta.
L’altra leva tipica del settore è la tradizione: si tende a utilizzare la tradizione e la storicità del marchio per promuovere le proprie produzioni, unite a valori “standard” della terra, del lavoro, della famiglia, del territorio.
Anche questo orientamento lascia un po’ il tempo che trova: è qualcosa che più o meno tutti possono dire e, salvo che non abbiate una storia veramente, veramente notevole o particolare, anche in questo caso sarà percepito come qualcosa di abbastanza comune tra i vari produttori, anche più noti.
E allora? Su cosa basiamo questo concetto di marketing del vino?
Noi crediamo fermamente che siano due gli elementi che devono stare alla base di una strategia di marketing enologico vincente:
Il primo elemento è la differenziazione.
Bisogna capire perché la nostra azienda è diversa dalle altre. Cosa abbiamo di diverso da offrire e, soprattutto da comunicare? Quale mondo possiamo ricreare, quali atmosfere, sogni o desideri possiamo evocare per riempire di significato e inferenze le nostre etichette?
 
Il secondo elemento è la relazione.
E questo merita qualche spiegazione in più: da chi compriamo noi? Da chi conosciamo. Di chi ci fidiamo? Di chi conosciamo, di coloro che ci hanno mostrato o dimostrato la loro affidabilità e coerenza. Noi scegliamo ciò che ci è noto, che ci è familiare, che non è troppo nuovo. E oggi il marketing relazionale, che tramite il web e i social network è diventato l’unica vera forma di marketing efficace, ci consente di diventare affini, quotidiani con il nostro mercato.
Prima di partire, quindi, a studiare la nostra strategia dovremo capire ed eventualmente creare dei criteri di differenziazione e delle piattaforme di relazione che ci consentano di fornire al nostro brand una community di seguaci (followers) che ci seguiranno e che giudicheranno e gusteranno il nostro prodotto ritrovandoci non solo la qualità, ma anche l’emozione che avremo saputo anticipare e preparare per loro.
E dopo? Che si fa?
Dopo si deve ragionare con la produzione i contenuti e la pianificazione di mezzi che tengano ben presenti i 4 gruppi di target principali che un’azienda vinicola dovrebbe curare:
i  consumatori finali, ovvero colui che dovrà portare (e gradire e testimoniare) il nostro vino sulla propria tavola, possibilmente ogni giorno
gli specialisti, ovvero quei consumatori speciali che sono riconosciuti come specialisti, che hanno la competenza di valutare il nostro prodotto in modo più specifico, e che  – in virtù della loro competenza – hanno il ruolo di “influencer” nel mercato, condizionando le scelte dei consumatori normali
i ristoratori, ovvero il secondo target di carattere professionale. Coloro che devono inserire i vostri vini nelle cantine dei propri ristoranti e, possibilmente, consigliarli ai propri avventori. A questi va fornita una storia, un’emozione che loro possano facilmente ritrasmettere e utilizzare per coinvolgere i propri clienti, diventando essi stessi testimonial e promotori del vostro marchio
i distributori, in particolar modo se decidete di esportare, i quali devono avere ben chiaro il lavoro che state facendo sui primi tre gruppi ed essere confortati del fatto che vanno a trattare un prodotto che presenta tutti i parametri di posizionamento di marketing più efficaci.
Ma basta diventare “social”?
No, diventare social non basta. I social media e il sito sono solo strumenti al servizio della nostra strategia e della nostra storia. Servono i contenuti sotto forma di idee innovative, di immagini evocative, di testi coinvolgenti e dopo serve la capacità di gestire i mezzi in modo da raggiungere nel modo giusto e nel momento giusto i 4 gruppi di target principali.
Serve avere la costanza di costruire la cosiddetta “brand awareness” ovvero la conoscenza del marchio nella nostra nicchia di riferimento, conoscenza che deve essere accompagnata da quel corredo di emozioni e di sogno che serve per agganciare l’attenzione del mercato e diventare memorabili.
E se è vero che i nostri sensi percepiscono gli stimoli e li elaborano a livello mentale e non solo fisico, ci accorgeremo presto che il nostro ottimo vino, se ben comunicato, sarà più buono.
Che se ne parlerà di più. E che le attività di marketing avranno avuto successo.