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CINA, CHINA

Hangzhou ti amo

Verrà inaugurata lunedì 20 aprile al Palazzo Delle Stelline in Corso Magenta a Milano, la mostra fotografica “Hangzhou ti amo” organizzata in collaborazione dalla municipalità della città di Hangzhou, l’Ente del Turismo ed Eblu Comunicazione.

“Hangzhou ti amo” è il racconto fotografico del viaggio nella città di Hangzhou di quattro fotografi italiani, Vito Gallo, Rosellina Garbo, Antonello Nusca e Leonardo Salvemini nell’ambito del progetto ExpoPhoto 2015.

Hangzhou, Capitale della provincia dello Zhejiang, è situata lungo la sponda del fiume Qjantang e presso l’estremità meridionale del grande canale Beijing-Hangzhou. E’ una delle sette capitali antiche della Cina.

Il reportage è pensato per raccontare l’esperienza di viaggio tramite le emozioni dei protagonisti. I fotografi non sono solo osservatori, ma vivono e respirano – come novelli Marco Polo – la scoperta di un mondo totalmente diverso in cui hanno avuto modo di immergersi e che hanno potuto respirare profondamente. Un’esperienza di viaggio e un’esperienza di gruppo che ha reso il reportage una vera e propria opera corale dove la medesima esperienza vive e si racconta – completandosi – attraverso diversi sguardi, diversi stili fotografici che raccontano all’unisono.

 “ExpoPhoto 2015  nasce dalla convinzione profonda che l’arte, la bellezza, l’immagine, attraverso la fotografia d’autore, possano essere un salvacondotto ideale per raccontare l’eccellenza italiana nel mondo”.

“Con questa iniziativa Eblu Comunicazione ha voluto mettere a frutto la conoscenza della Cina e i rapporti che in tanti anni abbiamo instaurato in questo incredibile e lontanissimo Paese per costruire un ponte culturale tra Italia e Cina. La fotografia è il linguaggio della conoscenza e della civiltà raccontata in una lingua universale che tutti comprendono. Noi riteniamo che possa aprire le porte alle eccellenze italiane per essere conosciute anche in questi territori così lontani, affamati di bellezza, di stile, di cultura e di qualità”.

La mostra fotografica “Hangzhou ti amo” rimarrà, al Palazzo delle Stelline, fino al 26 aprile. Verrà poi esposta ad Expo 2015 di Milano all’interno del Padiglione Cinese Wanke Theme, per poi volare in Cina e chiudere virtualmente il cerchio di ExpoPhoto 2015.

ExpoPhoto 2015  ha inoltre in programma, a novembre prossimo, la realizzazione del Padiglione della Fotografia Italiana portando a Pechino, poi a Lishui e ad Hangzhou altri 50 fotografi italiani selezionati tra i migliori del nostro Paese che avranno il compito di raccontare l’Italia, la nostra bellezza e la nostra arte, accompagnati, in questo caso, da una delegazione di aziende d’eccellenza Made in Italy, presentando se stesse proprio attraverso questo passaporto speciale di emozioni, arte e cultura.

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Se vuoi partecipare a ExpoPhoto 2015 con la tua azienda o proporti per essere tra i 50 fotografi che esporranno a Llisiu e Hangzhou, contattaci utilizzando l’apposito modulo.

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Un po’ d’amore e un po’ di shopping experience

Un po’ d’amore e un po’ di shopping experience

Il punto di vista di marketing sul nostro evento di San Valentino
di Alessandra Salimbene – http://www.thepersonalbrandingcoach.net

(il punto di vista del fotografo, è qui)

Non potevo, quest’anno, non dedicare un post proprio alla festa dell’amore, che molto ha a che fare con il marketing (se non altro per la sua indole commerciale) e, soprattutto, poiché questo 14 febbraio ho organizzato insieme a Claudio Bru (www.eblu.it) un evento speciale presso l’Ottica Bergamini di Saronno, bellissima azienda e mio cliente storico.

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Il nostro mestiere di comunicatori si presta a continue sperimentazioni. Non esistono ricette, non esistono molte regole e l’evoluzione di tutto il mondo on line e, soprattutto, dei social, ci costringe a inventarci sempre nuove modalità, spesso non codificate, per valorizzare le attività dei nostri clienti.

In questo caso, siamo partiti dall’esigenza di creare movimento e attenzione sui social, ma senza fare qualcosa di banale e fine a se stesso, piuttosto cercando di creare qualcosa di veramente memorabile.
Ferma nella mia convinzione che l’attività di comunicazione on line sia qualcosa di strettamente legato al mondo cosiddetto “reale” o, meglio, ne sia parte, ho provato ad applicare l’idea nell’ideare un evento. Sono stata aiutata dal calendario (San Valentino che cade di sabato è una combinazione molto favorevole) e ho immaginato qualcosa di veramente coinvolgente.

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L’idea di base è stata quella di portare le persone in negozio per un ritratto d’autore, che avesse in qualche modo un tema romantico. Siamo partiti dal bistrot e siamo arrivati a un bellissimo fondale con la Tour Eiffel, simbolo della città considerata dai più proprio la capitale dell’amore romantico.
Un po’ di comunicazione preventiva per invitare la clientela del centro ottico e la popolazione di Saronno a partecipare… e ci siamo lanciati in questo nuovo esperimento. Una giornata in prima linea che ci ha riempiti di soddisfazione e ci ha confermato e insegnato tantissime cose.

In primo luogo, la conferma che il punto vendita può (e deve) essere utilizzato sempre di più come una piattaforma relazionale: invitare le persone per vivere un’esperienza, così emotivamente coinvolgente, legata all’amore, e all’amore di ogni tipo (era questo il messaggio dell’iniziativa) è qualcosa di estremamente gratificante.

Abbiamo portato a Parigi, tramite questi ritratti: madri con i loro bambini, coppie di amici, sposi stagionati e coppie di ragazzini, famiglie con i loro cani adorati e anche single un po’ malinconici e un po’ innamorati di sè.

La conferma più grande è stata che la fotografia ha un aspetto esperienzale fortissimo. Che è in grado di fermare davvero il sentimento di un momento, di creare un ricordo. In condizioni tecniche non favorevoli, con persone assolutamente non abituate a trovarsi davanti alla fotocamera (e in qualche caso non abituate neanche a sorridere) sono venuti fuori ritratti pieni di vita, di emozione, in alcuni casi di gioia pura.

Gran parte del merito di questo esito è dato da chi sta dietro l’obiettivo: chi con impegno, pazienza e una poderosa dose di empatia ha saputo far sentire protagonista ognuna delle quasi 60 coppie che ha immortalato in una giornata.

Consegnavo le fotografie stampate al momento ai protagonisti del nostro breve viaggio e vedevo nei loro occhi la felicità di un gesto dimenticato da tempo, quello legato alla fotografia stampata, che il digitale ci ha rubato.

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Le reazioni sono state varie e variegate, ma i ringraziamenti si sono sprecati. Le persone erano davvero contente, sinceramente.

Come consulente di marketing, credo che questo evento abbia superato le aspettative: a distanza di 48 ore le interazioni su Facebook sono dell’ordine delle migliaia. In sede d’evento vi è stato grandissimo interesse per il negozio.

Ma di tutti i risultati ottenuti credo che il più importante, il più memorabile sia stato quello di regalare un momento di vero amore a chi è venuto a trovarci.

Siamo riusciti a prendere spunto da un’occasione così commerciale, in un ambito altrettanto commerciale come un negozio e ci abbiamo messo amore vero, che si è sentito e si è visto.

Tanto merito va a questi imprenditori che, nell’accettare la nostra proposta e il nostro progetto, hanno capito quanto fosse importante regalare un’emozione bella e vera ai propri clienti, un’emozione che è già un ricordo.

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Fotografia, tra arte e comunicazione

È vero, un’immagine vale mille parole.

Tocchiamo con mano tutti i giorni sui social network l’importanza che rivestono la fotografia, l’immagine nella comunicazione.

I numeri di quante fotografie vengono postate su i social network sono impressionanti, ma a guardare bene sono solo bit sparsi che poco hanno a che fare con la cultura fotografica, con racconti fotografici, con espressione artistica.

La fotografia è un modo di rappresentare o evocare aspetti della vita, uno stile di pensiero, una disciplina tra arte e comunicazione adatta per interpretare il mondo che ti circonda, pieno di verità e di menzogne, come la fotografia stessa. Molto si potrebbe aggiungere nel declinare questa disciplina sia in forma artistica che come semplice professione.Vero è che, per comunicare con efficacia, l’immagine non può essere decorativa e va scelta con cura, deve essere rilevante, esplicativa, evocativa e soprattutto catturare l’attenzione.

L’attenzione poi potremmo spostarla sul tema di come utilizzare la fotografia, un uso dell’immagine in modo diverso dai tradizionali stili, deve essere nei pensieri e nella pratica di chi cerca nuovi modi di comunicare, nuovi modi di trasmettere informazioni importanti, soprattutto che lascino il segno.

Fotografare significa appropriarsi della cosa che si fotografa. Significa stabilire con il mondo una relazione particolare che dà una sensazione di conoscenza, e quindi di potere“, diceva Susan Sontag, nulla di più esatto parlando di conoscenza, perché sapere è anche potere.

Di citazione in citazione, per porre attenzione su altro aspetto che aiuta a capire cosa vi sia nelle categorie fotografiche, viene bene ricordare ciò cha Adams concentrava in una semplice espressione, “Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene“. Qui cogliamo un concentrato della questione che è a monte di discussioni attuali su ruolo ed il significato di fotografia. Esistono ancora pubblicazioni che, non per individuare le date di realizzazione, ma per semplice ignoranza nel saper leggere un’immagine, appongono una bella e forbita didascalia sotto sminuendo così la carica creativa e artistica di una immagine. Mai visto una mostra di pittura dove sotto un quadro ci sia la spiegazione critica dell’opera, segno che ancora l’espressione fotografica appartenga alle arti minori a detta di molti, non considerando che recentemente la fotografia è entrata prepotentemente nei santuari della vendita all’asta di patrimoni artistici come Sothesby’s; basta vedere le quotazioni della stampa di Edward Weston’s “Two Schells” venduta la scorsa primavera per la cifra di 533.000 dollari.

“In fondo la fotografia è un modo più sbrigativo per fare una scultura” affermava Robert Mapplethorpe la cui mostra “La perfezione nella Forma” fu esposta a Firenze nel 2009 nella galleria dell’Accademia, accostando queste opere ai capolavori di Michelangelo.

Ma questa è un’altra storia.